Dal DE latino al DI italiano
La preposizione di non è altro che la trasformazione fonetica del latino DE. Le preposizioni che accennano ad una relazione erano in origine parole con tanto di significato. Dal DE (moto locale, vedi de-scendo latino) si va al complemento d’argomento (de captivitate, de civitate), onde si delimita di che si parla, è limitativo.
Nei cognomi la DE latina resta immutata, es. De Amicis, De Lolli etc. resta invariata pertanto. Anche altre preposizioni restano ne verbi (de-fluire, in-fluire etc ). Ritornando in medias res, troviamo la fortuna del di quando cadono i casi latini. Nel genitivo viene a sostituire a, ab o è, ex, almeno in buona parte. È il di provenienza, origine, allontanamento, separazione… è segno proprio della specificazione nei suoi multiformi usi. Bianco di Carrara, Ocra di Siena quali esempi. Importante il di nel partitivo (che si lega alla limitazione) e lo si vede bene in francese, di tempo e luogo (di notte), causa, mezzo, (ornare di perle) maniera (di mala voglia ), di ufficio, di misura, di specie (fiori di pesco), di valore e nelle denominative (isola di Malta).
Il di anche in argomento, in materia, possesso, limitazione (debole di cuore). Spesso si ha il di nel comparativo e superlativo, sostituendo il CHE nelle dichiarative (Ordino di tacere). Nelle menzioni il di torna così come nella causa. Infatti morire di sonno è ben diverso dal morire nel sonno!
I biglietti d auguri (auguri di Natale, di compleanno etc…. ) e allora perché biglietto da visita?
Autore: Prof. Enrico Marco Cipollini
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La preposizione “di”pur essendo una preposizione semplice è in realtà molto ricca e complessa. Dal latino classico all’italiano ha abbracciato e tuttora include molti complementi a partire da quello di specificazione(il libro di Enrico)a quello di denominazione (la città di Milano), da quello di causa (piango di gioia) al moto da luogo (esco di casa) allo stato in luogo (mi trovi di là). La locuzione “biglietto da visita” è entrata nell’uso comune ma si potrebbe usare anche “biglietto di visita” ed era in uso fin dall’antichità, certo in altra forma ma lo scopo era lo stesso, per annunciare la propria visita presso qualcuno come forma di buona educazione. Ora si usa più per far conoscere e provare ad espandere la propria attività. Grazie Enrico, spero di essere stata “del”(di+il) tuo scritto. Federica Bonzi